La metacognizione è un concetto ideato da Flavell che sottolinea la capacità di monitorare il proprio pensiero. Se ho una buona metacognizione posso pensare bene sul mio pensiero. Indica la conoscenza della propria memoria e delle proprie capacità di apprendimento. Un altro aspetto che viene descritto con metacognizione è la capacità di leggere la mente altrui. Se ho una buona metacognizione riesco a prevedere ciò che possono pensare gli altri in relazione al mio comportamento. Una buona metacognizione correla nettamente con un buon attaccamento. Cioè se io ho una “figura adulta guida” tipo mamma che riesce a capire abbastanza quando sono piccolo ciò che chiedo e risponde alle mie esigenze/bisogni riesco a fare un buon attaccamento. L’attaccamento si forma dai 1 ai 3 anni. Se io ho un buon attaccamento verso i 4-5 anni sviluppo una buona metacognizione. La buona metacognizione è in relazione a un buon attaccamento con le figure genitoriali.
C’è un test chiamato smarties test che può far valutare facilmente se il bambino ha una buona metacognizione. Gli faccio vedere un pacchetto di smarties e gli chiedo che cosa c’è dentro. Dopo la risposta vuoto il pacchetto e ci metto dei fiammiferi e gli domando cosa c’è stavolta dentro. Dopo la risposta – chiaramente fiammiferi – domando al bambino: ma se ora entrasse un bambino cosa direbbe esserci dentro al pacchetto ? Se risponde fiammiferi non ha una buona metacognizione, se risponde smarties ha una buona metacognizione.
Un soggetto che usa bene la meta cognizione è una persona che riesce a porsi almeno tre domande fondamentali durante l’esecuzione di qualsiasi attività di problem solving: cosa sto facendo, quale è lo scopo per cui sto facendo questa determinata cosa, come posso agire per fare in modo che tale processo sia efficace. Si è visto che chi ha una buona metacognizione funziona mentalmente in modo più equilibrato, evoluzionisticamente in un modo più vantaggioso e soffre meno di disturbi psicologici.