Le scimme si dividono in monkies, scimmie con la coda, e apes, scimmie antropomorfe.
Gli apes sono oranghi, gorilla, scimpanzè e bonobo.
I babbuini e i macachus rhesus hanno un patrimonio genetico pari all’uomo di circa il 60 %.
Gli oranghi e i gorilla dell’87%. Gli scimpanzè e i bonobo del 96%.
Si suppone che tanti e tanti anni fa gli esseri umani, i bonobo e gli scimpanzè ebbero lo stesso progenitore.
La cosa curiosa è che le due comunità, scimpanzè e bonobo, sono nate accanto, divise dal fiume congo e si sono sviluppate senza contaminarsi.
Gli scimpanzé vivono in una società dominata dai maschi in cui il proprio stato sociale è fondamentale e i comportamenti aggressivi legati al suo mantenimento o alla scalata sociale possono arrivare a esiti anche gravi. Vige la competizione e l’aggressività è presente per formare le gerarchie.
Fra i bonobo è in genere una femmina a dominare, e si osservano comportamenti più tolleranti che favoriscono una cooperazione più flessibile e la condivisione del cibo. C’è sostegno reciproco e conforto e l’aggressività viene vissuta male e risolta da comportamenti sessuali.
I maschi di scimpanzé reagiscono alla competizione come se si trattasse di una sfida al loro status, mentre i bonobo reagivano come se la potenziale competizione fosse una generica fonte di stress.
Spencer propose la sopravvivenza del più adatto, un processo in base al quale gli individui che mostrano dei vantaggi tendono a sopravvivere meglio e riprodursi di più dando luogo ad una “discendenza con modifica”. La selezione naturale in atto appare semplicemente come il meccanismo che favorisce i più adatti nella lotta per l’esistenza.
Secondo Dawkins tutta la teoria dell’evoluzione può essere spiegata dal gene egoista, perchè è l’egoismo più radicale che permette a individui, animali, insetti, piante, di sopravvivere. I geni che vengono trasmessi sono solamente quelli utili a soddisfare i propri stessi interessi: una quantità predominante da aspettarsi in un gene che abbia successo è un egoismo spietato. Questo egoismo del gene provocherà, in genere, egoismo nel comportamento dell’individuo. Iil più adatto alla sopravvivenza è quello più ‘forte’, dunque il più egoista.
Van der Vart propone una teoria diversa che si fonda sulle osservazioni della comunità dei Bonobo.
Gli individui nei vari campi della vita sono disposti a sacrificarsi pur di aiutare gli altri e salvare e sostenere il bene comune, il gruppo sociale, la comunità. “L’altruismo esiste ed è responsabile dell’organizzazione funzionale a livello di gruppo che osserviamo in natura. L’altruismo esiste anche come criterio che utilizziamo per scegliere il comportamento o le politiche da adottare quando il nostro obiettivo non è l’interesse ristretto di un individuo o di una fazione, ma il benessere di un intero gruppo. È grazie agli altruisti di tutto il mondo che le nostre famiglie, i quartieri, le scuole, le associazioni di volontariato, il mondo del lavoro e i governi funzionano così bene. La complessità dei processi vitali di ogni singolo organismo, così come la capacità dei nostri antenati di sopravvivere e riprodursi, è frutto di comportamenti che reprimono gli istinti egoistici per favorire quelli collettivi.